Tutto è street anche a TuttoFood

Tutto è street anche a TuttoFoodVelina
È iniziato TuttoFood, svariati padiglioni di gastronomica dominanza a Rho Fiera, quella dell'Expo per capirci. Dopo 4 ore di camminata e qualche assaggio provo a capire la differenza con Cibus a Parma. Non la trovo, ma intanto accuso i primi segni della stanchezza: schiena rigida, gambe tremanti, palato un po' asfaltato.
Faccio una colazione coraggiosa con un panino con il nero di seppia, poi assaggio una birra artigianale, qualche grissino, 2 pezzi di pizza surgelati, finché entro nell'area meat (dire carne credo sia vietato) e preparo il lavoro del mio dentista. Mi piace perdermi in queste grandi fiere: sono istruttive, questa in particolare dovrebbe ricordarci che il cibo è un'industria.
Eppure anche qui l'equilibrismo per vendere la triade territorio/materie prime/biosostenibilità emerge in modo netto, forse un po' maldestro. Insomma c'è uno "storytelling" anche per la vostra brioche surgelata. Il bio e il green guadagnano spazi e tutti producono prodotti almeno dal 1927, a quanto pare non esistono nuove società in Italia.
Una delle chiavi narrative è proprio il nostro streetfood che sfonda nuove barriere estensive del suo concetto originario. Dominano le apecar, sono belle a vedersi e adatte a vendere tutto, fritti, pesce, cannoli. A volte non si assaggia niente, sono lì proprio perché fanno effetto, ma se leggete Fassona sicuro che qualcuno un hamburger ve lo tira fuori. C'è poi chi aggiunge a caso la parola finger food, chi propone ambiziose degustazioni.
Fatevi un giro, è divertente, se poi cercate del "cibo di strada" date un'occhiata alla nostra photogallery.
























Faccio una colazione coraggiosa con un panino con il nero di seppia, poi assaggio una birra artigianale, qualche grissino, 2 pezzi di pizza surgelati, finché entro nell'area meat (dire carne credo sia vietato) e preparo il lavoro del mio dentista. Mi piace perdermi in queste grandi fiere: sono istruttive, questa in particolare dovrebbe ricordarci che il cibo è un'industria.
Eppure anche qui l'equilibrismo per vendere la triade territorio/materie prime/biosostenibilità emerge in modo netto, forse un po' maldestro. Insomma c'è uno "storytelling" anche per la vostra brioche surgelata. Il bio e il green guadagnano spazi e tutti producono prodotti almeno dal 1927, a quanto pare non esistono nuove società in Italia.
Una delle chiavi narrative è proprio il nostro streetfood che sfonda nuove barriere estensive del suo concetto originario. Dominano le apecar, sono belle a vedersi e adatte a vendere tutto, fritti, pesce, cannoli. A volte non si assaggia niente, sono lì proprio perché fanno effetto, ma se leggete Fassona sicuro che qualcuno un hamburger ve lo tira fuori. C'è poi chi aggiunge a caso la parola finger food, chi propone ambiziose degustazioni.
Fatevi un giro, è divertente, se poi cercate del "cibo di strada" date un'occhiata alla nostra photogallery.
















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