POTENZIALI AMORI INFRANTI: L'HAMBURGER DI ANDREA'S PLACE
POTENZIALI AMORI INFRANTI: L'HAMBURGER DI ANDREA'S PLACE Assaggi
Pochi coperti, buon gusto nell’arredo, locale sempre pieno, menù interessante a prezzi abbordabili (come in tutta Via Fara): sembra l’inizio di una solida storia d’amore, ma non è così.
Da Andrea’s Place sono aumentati gli hamburger in carta, ma è scesa la qualità. Della carne soprattutto, che arriva troppo cotta (vedasi la foto del panino aperto) senza averla così richiesta, probabilmente per celare l’ossidazione un po’ avanzata che si percepisce mordendo le parti esterne della svizzera di Angus, dove la minore cottura ha annichilito meno le sensazioni.
Che sia una giornata storta o no un controllo andava fatto e affondare i denti nel Guacamole burger non è stato molto piacevole. Peccato perché la salsa è molto gustosa, per quanto fin troppo abbondante, il pane ben tostato e mai cedevole, il cheddar saporito.
Niente da dire anche sul condimento: delle buone patate fritte, anticipate da un cestino di pane (servito caldo) con i ciccioli. Sapore e consistenza ricordano molto l’interno del casatiello napoletano. Ed è un bel giro di giostra per la mia memoria culinaria.
In cassa si sorride: il costo totale è infatti di 8 euro, non da dare per scontato a Milano. Potrebbe essere un bel mangiare. Questa volta così non è stato.
Da Andrea’s Place sono aumentati gli hamburger in carta, ma è scesa la qualità. Della carne soprattutto, che arriva troppo cotta (vedasi la foto del panino aperto) senza averla così richiesta, probabilmente per celare l’ossidazione un po’ avanzata che si percepisce mordendo le parti esterne della svizzera di Angus, dove la minore cottura ha annichilito meno le sensazioni.
Che sia una giornata storta o no un controllo andava fatto e affondare i denti nel Guacamole burger non è stato molto piacevole. Peccato perché la salsa è molto gustosa, per quanto fin troppo abbondante, il pane ben tostato e mai cedevole, il cheddar saporito.
Niente da dire anche sul condimento: delle buone patate fritte, anticipate da un cestino di pane (servito caldo) con i ciccioli. Sapore e consistenza ricordano molto l’interno del casatiello napoletano. Ed è un bel giro di giostra per la mia memoria culinaria.
In cassa si sorride: il costo totale è infatti di 8 euro, non da dare per scontato a Milano. Potrebbe essere un bel mangiare. Questa volta così non è stato.

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