Lo strutto non è brutto come lo dipingono

Lo strutto non è brutto come lo dipingonoVelina
Diciamocelo, i nostri sono anni gastronomicamente complicati. Soprattutto privi di certezze. L'OMS ci vuole levare la carne rossa, gli uomini manifestano più per la sofferenza delle bestie che per la morte dei proprio simili, secondo Report anche la pizza è cancerogena, varie ed eventuali. Poi ogni tanto fortunatamente arriva Dario Bressanini a sfatare miti culinari e salutismi d’accatto.
Ma la confusione regna sovrana e sta diventando quasi più facile vedere giocare bene l'Inter che avere qualche punto fermo. OK, non esageriamo.
Ora lo strutto, il figlio cattivo di ogni ricetta tradizionale, quello che anche gli storici forni di focaccia genovese o di piadine romagnoli tendono a nascondere, viene rivalutato, da uno studio (ventennale!) del professor Martin Grootveld di Leicester, specie per la sua tenuta in frittura.
Argomentiamo.
Nella vostra pentola bollente del piacere lo strutto farebbe meno danni dell’olio vegetale perché sprigiona meno sostanze chimiche tossiche, gli aldeidi. Che ovviamente sviluppano il fottuto cancro. Oltre che danni cardiaci e potenzialmente malattie degenerative.
Altra variabile importante è il tempo di cottura: l’olio di oliva ad esempio è molto meno tossico di quello di girasole, mais e cocco, ma oltre i 10 minuti di cottura a 180° diventa più pericoloso che una vacanza a Sharm el Sheik. Stazionario e in bilico tra goduria e mattanza salutare il burro. A garantirne il suo equilibrio il fatto che nel pianeta Terra la Francia esiste ancora.
Al prossimo incubo.
Ma la confusione regna sovrana e sta diventando quasi più facile vedere giocare bene l'Inter che avere qualche punto fermo. OK, non esageriamo.
Ora lo strutto, il figlio cattivo di ogni ricetta tradizionale, quello che anche gli storici forni di focaccia genovese o di piadine romagnoli tendono a nascondere, viene rivalutato, da uno studio (ventennale!) del professor Martin Grootveld di Leicester, specie per la sua tenuta in frittura.
Argomentiamo.
Nella vostra pentola bollente del piacere lo strutto farebbe meno danni dell’olio vegetale perché sprigiona meno sostanze chimiche tossiche, gli aldeidi. Che ovviamente sviluppano il fottuto cancro. Oltre che danni cardiaci e potenzialmente malattie degenerative.
Altra variabile importante è il tempo di cottura: l’olio di oliva ad esempio è molto meno tossico di quello di girasole, mais e cocco, ma oltre i 10 minuti di cottura a 180° diventa più pericoloso che una vacanza a Sharm el Sheik. Stazionario e in bilico tra goduria e mattanza salutare il burro. A garantirne il suo equilibrio il fatto che nel pianeta Terra la Francia esiste ancora.
Al prossimo incubo.
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