Dal marketing al luppolo: una storia a Milano

Dal marketing al luppolo: una storia a Milano
di La redazione
Velina

Dal 2015, Monica Varisco, 38 anni, nata a Limbiate ma rhodense d’adozione, ha lasciato il lavoro di consulente aziendale per intraprendere una nuova sfida.
E’ infatti diventata una delle trecento “beer firm” presenti sul territorio nazionale italiano.

Un termine ancora poco noto nel contesto della produzione agroalimentare, ma che sembra essere destinato ad ottenere grandi risultati, nonché innumerevoli consensi da parte dei consumatori. Per farla breve si tratta di birre artigianali prodotte all’interno di impianti non di proprietà. Monica ha deciso di seguire la sua passione casalinga e insieme all’importante supporto ricevuto degli amici, ha dato vita al “Birrificio Rhodense”.

Il fatto che questa realtà sia ancora poco conosciuta è dato anche dalla reazione dello sportello comunale a cui Monica si è rivolta per l’avvio delle pratiche “Tutti mi chiedevano cosa fosse, che attività avrei svolto”. Ma non si è fatta abbattere, e con grinta e determinazione ha aperto il suo ufficio in via Serra a Rho, avviando così la produzione.
Attualmente sono presenti solo due birre con il suo marchio - spiega - “BirRhozzo, una Golden ale beverina e godereccia, facile da abbinare, con luppolatura agrumata e fruttata dedicata appunto alla città di Rho, e Statale33, una American amber ale, molto più maltata ispirata al Sempione”. Ingredienti genuini e una dedica al territorio natale, hanno composto la chiave vincente per avviare le pratiche, e la collaborazione con un birrificio di Pavia, dove queste birre vengono attualmente prodotte.

Ma il lavoro di Monica non si limita solo alla produzione, bisogna anche tener conto della comunicazione, della promozione e della commercializzazione, tutti aspetti fondamentali per l’identità di un buon prodotto. “Ho deciso che la mia deve essere una sfida a chilometro zero e faccio attenzione all’impatto ambientale nelle scelte distributive, cosi mi sto creando una rete di partner del territorio. Inoltre la promozione delle mie birre passa anche attraverso l’organizzazione di eventi o la partecipazione a iniziative sportive e musicali organizzate in città.”

Un ultimo aspetto da ricordare è la cura e l’attenzione verso l’ambiente, infatti Monica non utilizza fusti per la birra usa e getta ma riutilizzabili.
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