KFC si tuffa nella tecnologia ed introduce il sistema di riconoscimento facciale

KFC si tuffa nella tecnologia ed introduce il sistema di riconoscimento facciale
di La redazione
Velina

Immaginate di entrare in un fast food, posizionarvi davanti ad un monitor ed aspettare che la macchina studi le caratteristiche del vostro volto e il vostro stato d’animo, per poi proporvi il menù più adatto a voi, niente accessi in camere segrete o apertura di portali quindi, ma semplicemente un modo divertente e curioso di fare marketing.

È questa l’idea lanciata da KFC Pechino, in collaborazione con il motore di ricerca cinese Baidu, che ha ideato un sistema di riconoscimento facciale in grado di studiare il volto, per poi suggerire le giuste combinazioni di cibo, sulla base dei dati relativi all’età e allo stato d’animo del candidato. Un’ innovazione che potrebbe portare quindi a velocizzare i tempi, semplificando di gran lunga il procedimento di ordinazione, ma in molti si chiedono se sia davvero efficacie, allarmati dal poco margine di varietà tra le risposte possibili.

Nel frattempo la casa madre si difende affermando che la precisione del software in termini di scansione, corrisponderebbe al 99,7%. Non male, ma facciamo un esempio, se davanti al monitor prendesse posto un under 30, il menu indicato potrebbe essere un hamburger con alette di pollo e Coca Cola, mentre per un cinquantenne, la macchina suggerirebbe che sarebbe più adeguato un porridge e un latte di soia. Un aspetto molto importante però rimane irrisolto, si tratta della questione del gusto, il software infatti non è in grado di comprendere i gusti di coloro che scansiona, e questo potrebbe essere un gran punto a suo sfavore, dato che la maggior parte delle volte, coloro che entrano all’interno di un fast food come questo, hanno già ben chiaro in mente che cosa ordinare.

Ma Baidu non si fa cogliere impreparata e premette che il sistema, immagazzinando le scelte dei clienti, potrebbe poi arrivare a creare un menu personalizzato, relativo a coloro che frequentano la catena abitualmente. Inoltre, a Shanghai è stato fatto un esperimento diverso, sono stati creati degli store temporanei chiamati Original+, al cui interno, pronto ad accogliere i clienti c’era un Du Mi, un cameriere-robot in grado di interpretare il linguaggio naturale, ed evadere le prenotazioni riducendo la fila. Insomma non possiamo di certo dire che gli asiatici non siano all’avanguardia della tecnica, ma ci si chiede se queste invenzioni, per quanto possano essere divertenti e coinvolgenti, siano anche utili. Infatti, da quanto risulterebbe da una prima fase di sperimentazione, i cinesi tenderebbero a preferire un contatto diretto invece che affidarsi alla macchina. Che sia solo questione di tempo?
 
Condividi

Potrebbe interessarti...